Escher e le immagini senza fine

Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile

Maurits Cornelis Escher

Avete presente il gioco Monument Valley? Sapevate che è stato ispirato dalle opere di Escher? Volete sapere chi era?

Maurits Cornelis Escher è stato uno dei più famosi grafici e illustratori di tutti i tempi. La sua arte è stata apprezzata da milioni di persone in tutto il mondo grazie alle esposizioni dei suoi numerosi lavori, nasce in Olanda il 17 giugno del 1898. Durante il Liceo non fu uno studente brillante, inizialmente dovette seguire le orme del padre – ingegnere civile – per compiacerlo ma, contrariamente a quanto sperava il padre, si distinse particolarmente nelle arti grafiche.

Nel 1903 si trasferisce con tutta la famiglia ad Arnheim dove, dal 1912 al 1918, frequenta il Liceo con esiti scadenti, infatti alla prova di maturità viene respinto.

Nel 1923 viene in Italia e viaggia per tutta la nazione prendendo ispirazione, per i suoi disegni, da paesaggi e architetture. Nello stesso anno, viene pubblicato un libro di poesie di vari autori “Fiori di Pasqua” dove all’interno son state inserite delle sue xilografie.

Poco portato per gli studi è costretto, nuovamente dal padre, a iscriversi alla facoltà di Architettura. Escher decide quindi di trasferirsi a Harlem per seguire i corsi ma la passione per il disegno prende il sopravvento in quanto l’architettura non lo interessa. Infatti, frequenta i corsi solo per pochi mesi prima di decidere di abbandonare definitivamente e iscriversi ai corsi di disegno di Samuel Jesserun de Mesquita, il quale ebbe un notevole influsso positivo sul suo sviluppo di artista grafico.

Escher decide, a questo punto, di visitare la Spagna, rimanendo colpito positivamente dall’Alhambra (palazzo andaluso di Granada), che trova molto interessante per la sua “ricchezza ornamentale” e per “la prodigiosa complessità, nonché per la concezione matematica”, riferendosi in particolare alla decorazione dei mosaici moreschi. Dopo queste affermazioni si noteranno dei particolari presi dalle strutture spagnole nelle sue opere ed è proprio in Spagna che scopre la tecnica dei “disegni periodici”, caratterizzati da una divisione regolare della superficie, una costante perenne delle sue illustrazioni che lo renderanno celebre e inconfondibile, nonché simbolo di un’arte contaminata dal pensiero scientifico.

Torna nuovamente in Italia e qui incontra la svizzera Jetta Umiker, sua futura moglie. In questo periodo la sua produzione è ispirata alla natura ma ottiene anche un notevole successo con la sua prima mostra allestita a Siena. Successivamente, le sue opere vengono conosciute anche all’estero, con mostre sempre più numerose.

Escher decide quindi di trasferirsi a Roma definitivamente, comincia a eseguire incisioni su pezzi di legno, servendosi di blocchi dalla superficie più dura, che gli permettono di tracciare delle linee sempre più sottili. Nel 1929 esegue la prima litografia “Veduta di Goriano Sicoli, Abruzzi”.

Diventa membro dell’associazione di artisti De Grafische e, nel 1932, del “Pulchri Studio”. Nel 1932 fu pubblicato “XXIV Emblemata dat zijn zinnebeelden” con sue xilografie.

Nel 1934 tutte le sue opere furono esposte all’Exhibition of Contemporary Prints, Century of Progress, a Chicago. Intanto, in Italia, si afferma il regime fascista e a causa dell’irrespirabile clima politico, si trasferisce in Svizzera.

Il 6 marzo 1938, nasce il figlio Jan, ed Escher si concentra su immagini interiori tralasciando la rappresentazione della natura. In seguito, definì il 1938 come anno in cui maturò la svolta della sua vita:

“In Svizzera e in Belgio ho trovato molto meno interessanti sia i paesaggi sia l’architettura rispetto a ciò che avevo visto nel Sud Italia. Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall’illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili d’aver portato alla luce le mie “visioni interiori”.

Le sue opere grafiche sono celebri per l’uso degli effetti ottici

Il campionario sviluppato da Escher contempla le sorprese più spettacolari che vanno da illusionistici paesaggi, prospettive invertite, costruzioni geometriche minuziosamente disegnate e altro ancora, frutto della sua inesauribile vena fantastica, che incanta e sconcerta.

Nelle opere di Escher l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato, con la conseguenza che i concetti di positivo e negativo, corretto e scorretto sono intercambiabili. Traspaiono dall’opera e dalle invenzioni di questo artista i suoi molteplici interessi e le variegate fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza.

“La metamorfosi” (immagine sotto), Escher la realizza nel 1940 e rappresenta un riassunto di tutte le sue opere.

Nel 1941 si trasferisce in Olanda, a Baarn, e dal 1948 Escher inizia una serie di conferenze sulle sue opere, solitamente in concomitanza di mostre personali.

Nel 1954 stabilisce un primo contatto con il mondo scientifico grazie alla sua esposizione al Museo Stedelijk di Amsterdam, che coincide con il Congresso Internazionale dei Matematici. Il 30 aprile 1955 riceve un’onorificenza reale.

Nel 1958 fu pubblicata “Divisione regolare delle superfici”,  sempre nello stesso anno realizza la sua prima litografia dedicata alle sue costruzioni impossibili: “Belvedere” (immagine a destra).

Dopo una permanenza lunga in ospedale, nel 1964 durante un viaggio in Canada viene operato di urgenza. L’anno dopo ricevette il Premio della Cultura della città d’Hilversum. Venne pubblicato “Simmetry of aspects of M.C. Escher’s Periodic Drawing”. Dopo un anno la città dell’Aia organizza una grande mostra retrospettiva per celebrare il sessantesimo anno di Escher.

Nel 1969, in luglio realizza la sua ultima xilografia intitolata Serpenti.

Nel 1970 subisce nuovamente un’operazione e viene ricoverato per lungo tempo in ospedale. Dopodiché si trasferisce in una casa di riposo per artisti a Laren in Olanda.

Il 27 marzo del 1972 muore nella casa delle diaconesse di Hilversum.

“Scale che non hanno inizio né fine, uccelli in volo che si fondono come il giorno e la notte, mondi impossibili che sembrano partoriti da un sogno. Osservare le opere di Maurits Cornelis Escher significa intraprendere un viaggio lungo i confini dello spazio, in una realtà che esiste in qualche anfratto profondo della nostra mente e quando viene a galla ci costringe a porci degli interrogativi su ciò che è vero e ciò che è solo apparenza”.

Inseriamo un video realizzato dalla Treccani che spiega in modo dettagliato e preciso il mondo di Escher: